Disciplinare tecnico

Criteri per la stesura e la definizione dei piani di abbattimento (Delibera G.P. n. 218 del 08.07.2003 e successive modifiche ed integrazioni aggiornato con Atto del Presidente n. 78 del 18 luglio 2017)


Il presente disciplinare si applica alle Riserve alpine di caccia e agli istituti di iniziativa privata presenti nel territorio provinciale. Ai sensi del presente Disciplinare, si intende per censimento la stima della consistenza di una popolazione eseguita tramite metodologie tecnico-scientifiche riconosciute, quali conteggi, analisi dei trend degli anni precedenti, andamento quali-quantitativo e temporale degli abbattimenti, ecc.

I censimenti al cervo ed al camoscio sono coordinati dai Distretti venatori ed eseguiti, di norma, con frequenza annuale dalle Riserve Alpine di Caccia, di seguito Riserve, e dalle Aziende Faunistico Venatorie, di seguito A.F.V., con la collaborazione e la verifica della Provincia. In particolare, per la specie camoscio, il censimento verrà eseguito, ad anni alterni, in estate per il riscontro del
successo riproduttivo ed, in autunno, per la verifica del rapporto tra i sessi.

I censimenti al capriolo, al muflone e alla lepre europea e variabile sono effettuati dalle Riserve e dalle A.F.V., con frequenza annuale. Le modalità operative per lo svolgimento dei censimenti agli ungulati sono stabilite da apposita circolare esplicati va redatta dalla Provincia.

I censimenti primaverili ed estivi ai Galliformi alpini sono effettuati, nei siti della Rete Natura 2000, dalle Riserve e dalle A.F.V. con frequenza annuale, con la supervisione, collaborazione e verifica della Provincia. Al di fuori dei siti, sono effettuati dalle Riserve e dalle A.F.V. con frequenza annuale e verificati dalla Provincia.

Le indicazioni metodologiche per i censimenti di cui sopra, così come le schede per la registrazione e la consegna dei rilievi, sono fornite dalla Provincia. I piani di abbattimento sono determinati sulla base del completamento dei piani assegnati nelle precedenti stagioni venatorie, del trend dei censimenti negli anni precedenti, della composizione numerica e per classi di sesso/età
dei prelievi, nonché della qualità morfologica degli animali, applicando percentuali di prelievo che non potranno superare i limiti massimi definiti per ciascuna specie in funzione dell’obiettivo gestionale, come di seguito specificato. All’interno di tali limiti, le percentuali dovranno essere adattate alle singole unità di gestione (Riserve, A.F.V., comprensori cervo, gruppi montuosi camoscio) tenendo conto delle valutazioni disponibili sia sulla qualità ambientale, sia sullo status delle popolazioni.

Per le specie capriolo, cervo e muflone verrà concesso alla singola unità di gestione un piano totale di prelievo al massimo pari al 20% in più del totale degli abbattimenti realizzati nella stagione venatoria precedente, tale limite non si applica se il piano di abbattimento è inferiore ai sei capi.
Per la specie camoscio, verrà concesso alla Riserva e alla A.F.V. un piano totale di prelievo al massimo pari al 30% in più del totale degli abbattimenti realizzati nella stagione venatoria precedente, tale limite non si applica se la Riserva o la A.F.V. ha optato per l’assegnazione stagionale del capo al singolo cacciatore. La Provincia, nel caso di condizioni meteorologiche accertate di carattere eccezionale, tali da aver compromesso il possibile completamento dei piani di prelievo assegnati nella stagione venatoria precedente, può apportare delle modifiche alle percentuali sopra indicate.

Il tasso di prelievo degli ungulati sarà applicato alla consistenza accertata al netto dei nuovi nati (classe 0) per tutte le specie di ungulati. La Provincia approva i censimenti ed i piani di abbattimento per ciascuna Riserva e A.F.V., salvo quanto disposto di seguito per il cervo e per il camoscio, con le eventuali opportune modifiche definite sulla base dei criteri sopra
esposti.

Non saranno consentiti prelievi qualora i censimenti non raggiungano la soglia di densità minima prevista per singola specie, come di seguito specificato.

Capriolo

Soglia di densità minima

In provincia il capriolo è distribuito in tutti gli ambienti idonei e viene gestito secondo un approccio adattativo che comporta l’adeguamento del prelievo alle fluttuazioni delle popolazioni e quindi anche la riduzione e/o chiusura temporanea dei prelievi in presenza di flessioni significative. Non si ritiene necessario, pertanto, proporre densità minime.

Determinazione del piano di prelievo

Le Riserve e le A.F.V. trasmettono alla Provincia il censimento, dichiarando un obiettivo gestionale e proponendo, di conseguenza, un piano di prelievo che si collochi entro le percentuali massime di seguito riportate.

  • Percentuale di prelievo massima – Obiettivo di gestione:
    • Aumento della popolazione: 15%
    • Stabilità della popolazione: 20%

Per ciascuna Riserva e A.F.V., sarà approvato il piano di abbattimento con riportato il numero totale dei capi con cessi per il prelievo. Con la trasmissione alle Riserve e alle A.F.V. dei piani totali approvati, verrà inoltre comunicata la suddivisione in classi dei capi assegnati, valida per la corrente stagione venatoria.

Camoscio

I censimenti vengono eseguiti per unità di popolazione corrispondenti a gruppi montuosi.

Soglia di densità minima

Il Piano Faunistico Venatorio vigente conferma i carichi di Piano della precedente edizione, secondo i quali la soglia di densità minima corrisponde al 30% del suddetto carico.

Determinazione del piano di prelievo

Le percentuali di prelievo, tenendo conto di quanto sopra esposto nella norma generale, rispetteranno i limiti massimi di seguito riportati.

  • Percentuale di prelievo massima – Obiettivo di gestione:
    • Aumento della popolazione: 15%
    • Stabilità della popolazione: 18%

Limitatamente alle Riserve e alle A.F.V. interessate dall’epidemia di rogna sarcoptica e a quelle con esse confinanti, il piano di abbattimento potrà tuttavia prevedere, a seconda di quanto opportuno nella specifica fase epidemica, anche la chiusura temporanea della caccia o il superamento delle percentuali sopra esposte.

Il piano di abbattimento sarà approvato per Riserva e A.F.V., suddiviso nei vari gruppi montuosi dai quali la stessa è interessata per territorio e riporterà il numero totale dei capi concessi per il prelievo. Con la trasmissione alla Riserva e alla A.F.V. dei piani totali approvati, verrà inoltre comunicata la suddivisione in classi dei capi assegnati, valida per la corrente stagione venatoria.
La Riserva e l’ A.F.V. dovrà effettuare gli abbattimenti assegnati come ripartiti nei vari gruppi montuosi. All’interno di ciascun gruppo montuoso, la gestione della specie (periodi per l’ effettuazione dei censimenti e dei piani di prelievo anche per classi di età) dovrà essere uniformata.

La singola Riserva e A.F.V. potrà solamente posticipare l’apertura della caccia alla specie rispetto alla data di apertura stabilita in accordo tra le Riserve e A.F.V. afferenti al relativo gruppo montuoso. In caso di mancato accordo tra le Riserve e A.F.V. interessate, si applicheranno i periodi previsti dal calendario venatorio provinciale.

Per quanto riguarda la popolazione del Massiccio del Grappa, area di recente colonizzazione da parte della specie e da pochi anni soggetta al prelievo venatorio, il piano di abbattimento continuerà ad essere approvato per gruppo montuoso. Le Riserve afferenti (Alano di Piave, Arsiè, Feltre, Fonzaso, Quero e Seren del Grappa) dovranno concordare tra loro le modalità di prelievo dei capi assegnati al fine del rispetto del piano di abbattimento e di quanto stabilito nel presente Disciplinare tecnico.

Cervo

I censimenti vengono svolti a livello comprensoriale per gruppi di Riserve (Comprensori cervo che comprendono territorialmente anche le A.F.V. ) così individuati:

  • Comprensorio cervo: Riserve
    • Comelico – Sappada: Sappada, S. Stefano di Cadore, S. Pietro di Cadore, S. Nicolò Comelico, Comelico Superiore, Danta di Cadore;
    • Val Ansiei: Auronzo di Cadore;
    • Centro Cadore: Pieve di Cadore, Calalzo di Cadore, Domegge di Cadore, Lozzo di Cadore, Vigo di Cadore, Lorenzago di Cadore;
    • Val Boite: Valle di Cadore, Cibiana di Cadore, Vodo-Zoppè di Cadore, Borca di Cadore, S.Vito di Cadore, Cortina d’Ampezzo;
    • Alto Agordino: Selva di Cadore, Colle S. Lucia, Livinallongo del Col di Lana, Rocca Pietore, Alleghe;
    • Medio Agordino: Cencenighe, S. Tomaso Agordino, Canale d’Agordo, Vallada, Falcade;
    • Basso Agordino: Taibon Agordino, Agordo, La Valle Agordina, Rivamonte-Voltago, Gosaldo;
    • Val di Zoldo: Zoldo Alto, Forno di Zoldo;
    • Longaronese: Longarone, Castellavazzo, Soverzene, Ospitale di Cadore, Perarolo di Cadore, Ponte nelle Alpi nord;
    • Alpago: Pieve d’Alpago, Puos d’Alpago, Chies d’Alpago, Tambre, Farra d’Alpago est;
      Val Belluna: Belluno, Sedico, Limana, Trichiana, Ponte nelle Alpi sud, Farra d’Alpago ovest;
    • Sinistra Piave: Mel, Lentiai, Vas;
    • Destra Piave: Sospirolo, S. Gregorio nelle Alpi, S. Giustina bellunese, Cesiomaggiore;
    • Monte Avena-Vette Feltrine: Feltre nord, Pedavena, Sovramonte;
    • Cismon: Lamon, Fonzaso nord, Arsiè nord;
    • Grappa: Alano di Piave, Quero, Feltre sud, Seren del Grappa , Fonzaso sud, Arsiè sud.

Soglia di densità minima

In provincia il cervo raggiunge densità molto variabili, ma tali da aver permesso, anche nei Comprensori di più recente colonizzazione, l’avvio del prelievo. Le popolazioni sono inoltre in generale crescita e la gestione segue un approccio adattativo. Non si ritiene necessario, pertanto, proporre densità minime.

Determinazione del piano di prelievo

Le percentuali di prelievo, tenendo conto di quanto sopra esposto nella norma generale, dovranno rispettare i limiti massimi di seguito esposti.

  • Percentuale di prelievo massima – Obiettivo di gestione:
    • Aumento della popolazione: 25%
    • Stabilità / Contenimento della popolazione: 30%

Il piano di abbattimento sarà approvato per ogni Comprensorio, salvo accordo tra le Riserve interessate assunto a maggioranza assoluta dei Presidenti di Riserva e così approvato per Riserva.

La Provincia si riserva la facoltà di ridistribuire i capi fra le Riserve in caso di riscontrate incongruità. In caso di gestione comprensoriale le bacheche delle Riserve dovranno essere aggiornate contemporaneamente.

Per ciascun Comprensorio di gestione, sarà approvato il piano di abbattimento con riportato il numero totale dei capi concessi per il prelievo. Con la trasmissione al Comprensorio dei piani totali approvati, verrà inoltre comunicata la suddivisione in classi dei capi assegnati, valida per la corrente stagione venatoria. Per le A.F.V. sarà approvato un apposito piano di abbattimento.

Muflone

I censimenti vengono eseguiti in modo coordinato tra le Riserve e le A.F.V. interessate dalla stessa popolazione.

Soglia di densità minima

Secondo quanto riportato nel Piano Faunistico Venatorio vigente, il muflone viene gestito con l’obiettivo di stabilizzare e/o ridurre le colonie esistenti. Non è pertanto necessario introdurre valori di densità minima.

Determinazione del piano di prelievo

Le Riserve e le A.F.V. trasmettono alla Provincia il censimento annuale e propongono di conseguenza un piano di abbattimento che si collochi entro le percentuali massime di seguito riportate. Le Riserve interessate dalla medesima popolazione dovranno uniformare le percentuali di prelievo; in caso di mancato accordo provvederà la Provincia.

  • Percentuale di prelievo massima – Obiettivo di gestione:
    • Stabilità della popolazione : 35%
    • Riduzione della popolazione : 45%

Per ciascuna Riserva e A.F.V., sarà approvato il piano di abbattimento con riportato il numero totale dei capi concessi per il prelievo. Con la trasmissione alla Riserva e alla A.F.V. dei piani totali approvati, verrà inoltre comunicata la suddivisione in classi dei capi assegnati, valida per la corrente stagione venatoria.

Lepre europea, Lepre variabile

Soglia di densità minima

Densità molto basse per la lepre europea sono legate ad una gestione basata sui ripopolamenti, che però è stata superata nella gran parte delle Riserve da una gestione basata su censimenti e prelievi sostenibili, che ha consentito l’incremento delle popolazioni naturali. Si ritiene pertanto opportuno adottare i limiti di densità già previsti per i ripopolamenti. Tali limiti si estendono anche alla lepre variabile.

Determinazione del piano di prelievo

Le Riserve e le A.F.V. trasmettono alla Provincia il censimento annuale e propongono un piano di prelievo rispettando le percentuali massime di seguito esposte.

  • Percentuale di prelievo massima – Obiettivo di gestione:
    • Incremento della popolazione: lepre europea 30%, lepre variabile 20%
    • Stabilità della popolazione: lepre europea 50%, lepre variabile 30%

Galliformi alpini

Nei siti Rete Natura 2000 il prelievo delle specie di Galliformi alpini (Fagiano di monte maschio, Pernice bianca e Coturnice) è regolamentato secondo le norme previste nelle misure di attenuazione del Piano Faunistico Venatorio Regionale e le misure di conservazione per le Zone Speciali di Conservazione (ZSC) per la Regione Biogeografica Alpina.

Soglia di densità minima

Nelle percentuali di determinazione del prelievo di seguito riportate sono già previste soglie minime relative al successo riproduttivo. Secondo quanto riportato nel Piano Faunistico Venatorio vigente, inoltre, si considerano soglie di densità minime, nei censimenti primaverili, valori pari a:

  • 1 maschio/100 ha per il fagiano di monte
  • 1,5 maschi /100 ha per la pernice bianca
  • 2 maschi/100 ha per la coturnice

Determinazione dei piani di prelievo

Una volta acquisiti i censimenti e determinate le stime, la Provincia approva i piani di abbattimento per ogni Riserva e A.F.V. secondo le seguenti percentuali massime, tenendo conto anche dei criteri esposti nella norma generale.

Fagiano di monte maschio

SR (pulli/femmina) e percentuale massima:

  • <1,35 = 0%
  • 1,35-2,09 = 7,5%
  • 2,1-2,59 = 10%
  • 2,6-3,0 = 12,5%
  • >3,0 = 15%

Pernice bianca

SR (giovani/adulti) e percentuale massima:

  • <1,1 = 0%
  • ≥ 1,1 = 10%

Coturnice

SR (giovani/adulti) e percentuale massima:

  • <1,1 = 0%
  • 1,1 -3,09 = 8%
  • 3,1- 4 = 13%
  • > 4 = 15%

Criteri di applicazione

Per i nuclei di popolazione parzialmente o totalmente all’esterno dei siti Rete Natura 2000, in assenza di censimenti estivi si applicheranno i valori di SR registrati nei siti limitrofi. In ogni caso, se necessario per aumentare l’affidabilità delle stime, i valori di SR potranno essere mediati per raggruppamenti secondo criteri geografici e climatici di più siti Rete Natura 2000 e/o aree campione esterne. In applicazione dell’allegato D della DGR n. 2463 del 04/08/2009, i piani di abbattimento dei galliformi di montagna sono approvati per singola Riserva e A.F.V., suddivisi tra zona esclusa e zona compresa nei siti della Rete Natura 2000. Su tutto il territorio provinciale, sia all’interno dei siti della Rete Natura 2000, sia nella zona esterna, i permessi speciali per l’abbattimento della coturnice, del fagiano di monte e della pernice bianca sono assegnati
in numero pari ai capi concessi dai piani di abbattimento per singola Riserva e A.F.V., nel caso di piani che prevedano fino a n° 4 capi da prelevare.

Indirizzi gestionali per i prelievi venatori

Sono adottate le classi d’età previste dal documento tecnico ISPRA “Linee guida per la gestione degli ungulati, 2013. Tab. 3.7 e Tab. 4.3”. Le percentuali di prelievo riportate nelle tabelle seguenti si intendono applicate al totale dei capi previsti nel piano. La Provincia potrà applicare variazioni non superiori al 5% delle percentuali indicate, ad esclusione delle classi III e IV.
In particolare, per il camoscio, tali variazioni potranno essere applicate nel caso di piani di prelievo che assegnano almeno 50 capi totali. Il cambio di classe d’età viene collocato per convenzione al 1° maggio.

Per gli indirizzi gestionali per il prelievo venatorio, scaricare il Disciplinare tecnico dei piani di abbattimenti [pdf – 97,9kb] (pag. 7)

Punteggi relativi agli errori negli abbattimenti degli ungulati

Ai sensi dell’art. 5 bis del Regolamento Provinciale, nella tabella allegata, sono riportati i punteggi da detrarre all’esperto selezionatore in caso di errore negli abbattimenti relativi alle classi di età assegnate o disponibili.

Norma Generale

Il prelievo di femmine allattanti è consentito solo se viene preventivamente abbattuto, nella stessa azione di caccia, il piccolo che l’accompagna, eccezion fatta per i prelievi sanitari, oppure anche senza il preventivo prelievo del piccolo dopo le seguenti date:

  • femmine di capriolo: dopo il 30 novembre;
  • femmine di camoscio: di classe IV dall’apertura della caccia alla classe, di altra classe dopo il 15 ottobre;
  • femmine di muflone: dopo il 15 ottobre;
  • femmine di cervo: a partire dalla data di apertura stabilita dal calendario venatorio provinciale, dopo il periodo degli amori;

Quando è aperto il piano di abbattimento dei maschi degli ungulati, yearling di camoscio escluso, eventuali esuberi di prelievo all’interno delle singole classi dovranno essere computati nella prima classe superiore disponibile fino all’esaurimento e, successivamente, nella più vicina classe inferiore libera. Quando è aperto il piano di abbattimento delle femmine di cervo, eventuali esuberi all’interno di una delle due classi (I o II) dovranno essere computati nell’altra, fino all’esaurimento della stessa. Quando è aperto il piano di abbattimento delle femmine di camoscio, eventuali esuberi all’interno di una delle tre classi (II, III o IV) dovranno essere computati nella prima classe superiore disponibile fino all’esaurimento e, successivamente, nella più vicina classe inferiore libera. In casi particolari di abbattimenti di soggetti con caratteristiche indefinite, la classe verrà attribuita dalla Provincia.

Etica venatoria

È dovere di ogni cacciatore rispettare le regole generali dell’etica venatoria:

  • cercare di prelevare, nell’ambito del piano di prelievo e nel rispetto delle classi d’età previste, i capi che risultano essere più scadenti;
  • procedere ad una valutazione visiva quanto più precisa possibile del capo che si intende abbattere;
  • porsi la finalità, nell’effettuare lo sparo, nel decidere la distanza e nello scegliere il calibro da utilizzare, di assestare un colpo mortale per evitare che l’animale venga solamente ferito;
    •controllare scrupolosamente l’esito di ciascun colpo sparato e richiedere la verifica di un conduttore di cane da traccia abilitato al recupero ogni qual volta non si è certi dell’esito dello sparo stesso;
  • attenersi scrupolosamente a tutte le disposizioni e norme di sicurezza così da evitare qualsiasi situazione di pericolo per persone e animali domestici nonché per evitare qualsiasi danneggiamento alle cose;
  • trattare a regola d’arte la selvaggina abbattuta e destinarla, per quanto possibile, ad un sensato utilizzo;
  • operare nei confronti del selvatico vivo o abbattuto con il rispetto consono ai dettami della correttezza venatoria.

Scarica il Disciplinare tecnico dei piani di abbattimenti [pdf – 97,9kb]

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